Come imbottigliare il vino frizzante

Tutti i segreti di come imbottigliare il vino frizzante

I vini in Italia hanno una tradizione consolidata, essi rappresentano in parte la cultura popolare e contadina degli italiani. Una cultura che si è sviluppata diventando d‘interesse nazionale e occupando una posizione dominante rispetto alle altre bevande da tavola. Il vino che popola spesso le nostre tavole è il vino frizzante, infatti, sovente si ritrova tra gli omaggi di benvenuto fra amici oppure come cadeau in occasione di un’importante cena o per l’augurio alle persone alla presenza di un evento rilevante.

Qualità e natura del vino frizzante

Le bollicine che danno al vino quel sapore effervescente sono costituite da anidride carbonica e la loro presenza sta ad indicare che la qualità del vino degustato è di tipo frizzante. La qualità e la quantità di anidride carbonica da utilizzare e il numero di atmosfere con cui il vino frizzante deve essere messo sotto pressione non è casuale, ma disciplinato da normative di legge ben precise.
La produzione di vino frizzante richiede uve adatte, la loro scelta è canonica, non sperimentale. Pertanto i vini frizzanti possono essere prodotti, ad esempio, con queste uve:
Uve del Lambrusco, con i suoi vitigni concentrati principalmente in Emilia Romagna, sono idonee alla produzione di vino frizzante rosso o rosato;
Uve del Glera, vitigno a bacca bianca, utilizzate per la produzione dei vini frizzanti bianchi e prosecchi.
Per chiarire è opportuno ricordare che la trasformazione degli zuccheri contenuti nelle uve, (diventando alcol e anidride carbonica), é un processo spontaneo e naturale comune a tutti i tipi di uva, di conseguenza la scelta del vitigno è un fattore di rilievo per ottenere il gusto e la qualità del vino che si presta meglio alla fermentazione o rifermentazione dei frizzanti.

Metodo per imbottigliare il vino frizzante

imbottigliare il vino frizzante

La procedura per imbottigliare il vino frizzante segue delle regole ben precise dettate sia dall’enotecnica sia dalle leggi della fisica. Il periodo migliore per imbottigliare il vino frizzante è indicativamente compreso tra il mese di febbraio e quello di maggio, quindi se vogliamo poco prima della primavera successiva alla vendemmia. In questi periodi poi secondo la tradizione da sempre tramandata, è necessario rispettare alcune fasi lunari.

E’ risaputo che la Luna esercita sui liquidi una forza d’attrazione di conseguenza imbottigliando in periodo di luna crescente il vino tenderà a essere torbido, mentre nel periodo di luna calante sarà favorito il deposito di scorie e impurità restituendo un vino più limpido.

Il vino è fatto rifermentare con l’ausilio dell’autoclave, una sorta di contenitore completamente chiuso e pressurizzato, procedendo prima a un processo di filtraggio. A questo punto l’imbottigliamento vero e proprio (travaso nelle bottiglie) rispetta dei principi cardine:
Uso di bottiglie con maggior spessore del vetro e senza spigoli vivi in grado di sopportare la pressione esercitata;
Uso d’idonei tappi di sughero, alcuni con la tipica forma a fungo (gli spumanti per esempio), usati sinergicamente con la gabbietta attorno al tappo.
Le imbottigliatrici automatiche sono dette ‘isobariche‘ poiché hanno la stessa pressione presente nel vino frizzante, che lavorano in un ambiente freddo idoneo a evitare la benché minima perdita di gas. Il metodo più usato per produrre vino frizzante è denominato ‘Charmat‘.

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