Su Filindeu: la pasta di Nuoro unica al mondo

Su Filindeu, gli antichi “fili di Dio” in brodo di pecora

Una lunghissima preparazione, una tradizione antica e poche mani esperte in grado di realizzarli. Sono i Su filindeu, un particolare tipo di pasta tradizionale del Nuorese, preparazione rara al mondo che ha attirato l’attenzione perfino della Bbc ma che rischia di scomparire.

La storia dei Su Filindeu

I Su Filindeu, letteralmente “i fili di Dio” sono una rara pasta tipica della zona di Nuoro che da più di un secolo viene preparata per accogliere i fedeli che giungono in pellegrinaggio al santuario di San Francesco di Lula, poco distante da Nuoro, nel mese di ottobre e maggio. Tradizione vuole che i fedeli siano ristorati da un corroborante piatto di Su filindeu in brodo di pecora e tuttora la tradizione viene portata avanti da un numero sempre più ridotto di donne esperte che fanno sopravvivere la particolare tecnica di preparazione di questa pasta.

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Come si preparano i Su Filindeu

Gli ingredienti sono semplici: acqua, farina di semola e un pizzico di sale, lavorati fino ad ottenere un impasto elastico e uniforme. Non ci sono dosi e regole fisse, tutto sta nell’esperienza delle cuoche che riescono a capire quando la pasta è pronta per essere filata grazie all’esperienza e alla sensibilità sviluppata. L’impasto viene diviso in panetti di circa 100 grammi, allungato in un cilindro e poi tirato, doppiato, ritirato e ripiegato più volte con le mani su una spianatoia di legno fino ad ottenere una serie di lunghi fili sottili, i fili di Dio appunto. Da un panetto di un etto si ottengono circa 256 fili, dopo almeno otto sdoppiamenti.

La sottigliezza dei fili è impressionante, così come la maestria e la pazienza che necessita la lavorazione, che richiede gesti fluidi e ampi delle mani e delle braccia. Una volta ottenuti i fili vengono appoggiati in tre starti sovrapposti su un supporto rotondo fatto con foglie di asfodelo essicate. Gli strati sovrapposti e intrecciati formano così una rete che si compatta durante l’essicatura ottenuta lasciando la pasta al sole e all’aria.

La grande trama di fili, una volta secca viene spezzata grossolanamente in piccoli pezzi e cotti in un brodo ricco di pecora e conditi con pecorino fresco acido.MINESTRA

La tradizione e il futuro dei Su Filindeu

La lunga e complicata preparazione, diventata presidio Slow Food, mette però a dura prova le nuove generazione e questo raro piatto tradizionale rischia di scomparire, tenuto in vita solo dalle mani di poche donne esperte.

I Su filindeu hanno attirato perfino l’attenzione del famoso cuoco britannico Jamie Oliver e della Bbc che è volata in Sardegna per intervistare Paola, una cuoca che da anni prepara enormi quantità di Su Filindeu in occasione dei pellegrinaggi al santuario di Lula. Il lavoro di Paola è forse destinato a sparire ma ne rimarrà traccia in un video realizzato da Gambero Rosso; la storica guida ha invitato la Maestra dei Su Filindeu a Roma per immortalare la tecnica unica di preparazione in una registrazione. L’unico modo per gustare questa rarissima eccellenza culinaria è recarsi in uno dei pochi ristoranti tipici del Comune di Nuoro e sperare che qualche giovane mano abbia la voglia di cimentarsi in futuro in questa laboriosa tradizione antica.

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