Vino Sommerso

Vino sommerso, un vero tesoro nascosto negli abissi

Come nasce l’idea di questo metodo d’invecchiamento del vino

Non molti anni fa è stata trovata in Sicilia, un’anfora di terracotta vecchia 900 anni che, al suo interno conteneva tre litri e mezzo di vino rosso normanno. Quest’anfora, perfettamente conservata e sigillata da un turacciolo di sughero, è stata aperta a San Vito lo Capo e il suo contenuto è stato diviso in più parti e spedito a vari laboratori di ricerca enologica in tutto il mondo. E, anche se nessuno ha avuto il coraggio di assaggiarlo, il vino sommerso che si trovava all’interno dell’anfora è riuscito ad accendere la curiosità e svegliare l’interesse di tutti.

La stessa sorte hanno avuto le 168 bottiglie bi-centenarie (tra queste c’erano 47 bottiglie di Champagne Veuve Cliquot Ponsardin) scoperte nel 2010 in fondo al Mar Baltico, a unaprofondità di 55 metri, al largo delle isole finlandesi di Aaland. In questo caso, il prezioso liquido è stato assaggiato e gli intenditori hanno affermato che aveva un intenso profumo, con note di uva, idromele, frutti bianchi, tabacco e rovere. Grazie a questo tipo di ritrovamento, nella mente dei produttori di vino più coraggiosi ha preso forma, lentamente, l’idea di sommergere alcune bottiglie, per poi riportarle in superficie, dopo alcuni anni, e valutare il loro gusto.

vino sommerso tappo - EFW

Quali sono i pionieri italiani della “spumantizzazione subacquea”

Ci sono alcuni imprenditori che hanno scelto di sperimentare la tecnica del vino sommerso. Tra questi, meritano essere menzionati i produttori di vini Abissi – Riserva Marina di Portofino, quelli della Tenuta del Paguro, del Lagunare Ornella Molon e del Nautilus CruStorico dell’azienda Agricola Vallecamonica.

La prima a tentare questo tipo diconservazione del vino è stata l’azienda vinicola Bisson di Chiavari. Il titolare dell’azienda, Piero Lugano, ha fatto immergere il 22 di maggio del 2009, nella baia incontaminata della Cala degli Inglesi, a una profondità di circa 60 metri, 12 gabbioni contenenti 6.500 bottiglie. L’esperimento è perfettamente riuscito. Dal 2010, Gianluca Grilli e Raffaele Ravaglia, due imprenditori ravennati, usano una Piattaforma Agip dismessa come cantina per i loro vini provenienti dai vitigni romagnoli. Anche Fabio Ravizza e Alessandro Corbo producono il Lagunare, vino sommerso a Venezia, nella Laguna di Caorle. Infine, il bresciano Alex Belinghieri, ha fatto immergere nelle acque del Lago d’Iseo, sul fondale di Monte Isola il suo Nautilus CruStorico, sfruttando le condizioni climatiche e usando questo metodo ecologico per conservare le caratteristiche di questo vino sorprendente.

“Sea cellar” per conservare meglio il vino anche all’estero

Vino Sommerso Lanzarote

Un altro esperimento di questo tipo è stato fatto in Francia, dove Bruno Lemoine, direttore della famosa Château Larrivet Haut-Brion ha depositato, con l’aiuto di una squadra di sommozzatori, un barile di Bordeaux 2009 di 56 litri (Neptune), sul fondo dell’Atlantico, nella baia di Arcachon. Dopo sei mesi, la botte è stata aperta e il vino degustato, insieme a quello contenuto in un’altra botte, uguale alla prima e rimasta al castello. Il vincitore è stato il vino conservato sott’acqua. Ci hanno provato, con ottimi risultati, anche Raul Perez Sketch a Dena, in Spagna, Louis Roederer nella Baia di Mont Saint-Michel in Normandia, Francia, Henri Maire in una vecchia abbazia sommersa nel Lago Vouglans, Gaia Winery sull’isola Exo Gonia, in Santorini, Grecia e Mira Winery con i suoi vini rossi Napa Charleston Harbor, in Sud Carolina, negli Stati Uniti. Esiste anche un vino bianco, il Corbières, conservato sott’acqua a Champ Des Sœurs (Fitou) da Marie e Laurent Meynadier e nell’Abbazia Sainte-Eugénie da Christine e Thibault Cazalet. Infine, bisogna segnalare anche il Laboratorio submarino envejecimiento bebidas (Lseb) a Plentzia, sulla costa dei Paesi Baschi, dove si studia l’invecchiamento del vino sott’acqua con l’aiuto di videocamere e sensori. Non si conosce ancora molto su questo metodo di conservazione ma quello che anima ricercatori e appassionati è il fatto che una bottiglia estratta dal mare, dopo essere stata cullata a lungo dalle sue onde, ha un fascino incontestabile.

 

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