DOCG Italiane: Amarone della Valpolicella DOCG

Amarone della Valpolicella: da DOC a DOCG

L’Amarone della Valpolicella è un vino rosso pregiato che fa parte di una delle più importanti DOCG del Veneto che interessa più precisamente l’area della provincia di Verona. L’esistenza di questo vino ha origini antichissime ed è entrato a far parte della DOC (Denominazione di Origine Controllata) nel 1968, passato poi a DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) nel 2010, area certificata che fa riferimento anche ai vini Amarone della Valpolicella “classico”, “Valpantena” e con la specificazione “riserva”.

Origini dell’Amarone della Valpolicella

La prima traccia della presenza di questo vino, più probabilmente di un suo antenato, arriva direttamente dal IV sec. dopo Cristo, quando Cassidoro, re dei Visigoti, scrive una lettera ai proprietari terrieri della Valpolicella chiedendo per la sua mensa regale un vino ottenuto con una speciale tecnica d’appassimento delle uve, chiamato Acinatico e che lui definiva “mosto invernale, freddo sangue delle uve”. La fama di questo vino continua nei secoli in documenti ufficiali e scritti umanistici, tanto che in epoca illuministica Scipione Maffei in un importante testo ha proposto la parola “amaro” per indicare un vino “d’una grazia particolare prodotto in Valpolicella”. Nel 1953, invece, si ha la prova della prima commercializzazione di una bottiglia etichettata “Amarone della Valpolicella”, da lì la denominazione DOC nel 1968 e poi DOCG con la fama che ben conosciamo di questo vino caldo e ben strutturato.

Zone di produzione

Andando più in profondità nella conoscenza di questo vino eccezionale, è doveroso fare una precisazione importante: non parliamo semplicemente di Provincia di Verona, il disciplinare è molto fiscale in questo, delimitando con grande minuzia la zona di produzione della denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della Valpolicella”. Questa comprende, in parte o nella loro totalità, i Comuni di Marano, Fumane, Negrar, S. Ambrogio, S. Pietro in Cariano, Dolcè, Verona, S. Martino Buon Albergo, Lavagno, Mezzane, Tregnago, Illasi, Colognola ai Colli, Cazzano di Tramigna, Grezzana, Pescantina, Cerro Veronese, S. Mauro di Saline e Montecchia di Crosara.

Caratteristiche specifiche del prodotto

L’Amarone della Valpolicella DOCG, uno dei più longevi vini italiani, è ottenuto dall’appassimento delle uve conservate in fruttai per 100/120 giorni dove termina la fermentazione degli zuccheri. Le principali uve utilizzate sono Corvina Veronese (Crunia o Corvina) dal 45% al 95%, Rondinella dal 5% al 30% e fino a un massimo del 25% di uve provenienti dai vitigni a bacca rossa non aromatici.
Si caratterizza per un colore rosso intenso, con note rosso granata e profumi di frutta passita, tabacco e spezie, a volte anche di cioccolato. Il sapore è asciutto ma morbido, con corpo pieno e vellutato; può essere conservato oltre i vent’anni.
Le sue caratteristiche organolettiche lo rendono perfetto per accompagnare secondi piatti di carne, selvaggina, formaggi stagionati, ma anche degustato da solo come vino da meditazione.

Regole per l’affinamento e la vinificazione

Secondo il disciplinare, l’appassimento delle uve deve avvenire esclusivamente nell’ambito della zona di produzione; la vinificazione invece non prima del 1° dicembre. Le stesse uve dopo l’appassimento devono assicurare un titolo alcolometrico volumico naturale minimo di 14% vol.
Ancora, secondo il regolamento della DOCG i vini Amarone della Valpolicella prima dell’immissione in commercio devono essere sottoposti a invecchiamento per almeno due anni a partire a dal 1° gennaio successivo all’annata di produzione delle uve. Per quanto riguarda invece l’Amarone della Valpolicella con la dicitura “riserva” il periodo minimo di invecchiamento aumenta a 4 anni a partire dal 1° novembre dell’anno della vendemmia.

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