Le Malterie in Italia

Malterie in Italia: competenza e professionalità

Che cosa sono le malterie e a cosa servono?

La birra è una bevanda molto conosciuta e apprezzata in tutto il mondo che non ha subito grandi cambiamenti nel tempo. La sua produzione è rimasta in gran parte immutata ed è divisa in tante fasi: la maltificazione, l’ammostatura, la filtrazione, la cottura, la fermentazione (primaria e secondaria) e la pastorizzazione. Bisogna ricordare che non tutte le birre sono pastorizzate, alcune possono essere filtrate ulteriormente prima dell’imbottigliamento e altre hanno un’ultima fase, chiamata rifermentazione in bottiglia. La prima fase del processo di birrificazione è la maltificazione.

L’orzo maltato proveniente da una delle tante malterie in Italia, sarà in seguito macinato e miscelato con l’acqua calda, per trasformarsi in mosto. La maltificazione è molto importante perché l’orzo non può essere utilizzato direttamente. Ha bisogno si subire alcuni cambiamenti. Dopo aver selezionato l’orzo e gli altri cereali necessari per la produzione di birra, questi sono lavati e immersi nelle vasche di macerazione, a una temperatura compresa tra i 12 e i 15 gradi Celsius. In seguito, i chicchi dovranno essere trasferiti nei cassoni di germinazione. In ogni chicco è presente un enzima, che ha il ruolo di ridurre le lunghe catene insolubili di zuccheri e che può essere attivato solamente tramite la germinazione.

Quando l’orzo raggiunge il grado di germinazione desiderato (il germoglio deve crescere fino a quando misura circa i due terzi della lunghezza del chicco stesso), il processo deve essere fermato (togliendo l’umidità) e si procede con la torrefazione o con l’essicazione. L’orzo maltato deve essere macinato prima di entrare nella seconda fase di produzione. Il colore finale della birra dipende dal tipo di malto usato.

Quali sono le principali malterie in Italia

Malterie in Italia e birra

Per poter fare birra, bisogna conoscere bene alcune delle aziende che producono malto, ingrediente indispensabile nella produzione di questa bevanda. Alcune di queste sono: la malteria Agroalimentare Sud S.p.A. nella località S. Nicola a Melfi (PZ), la malteria Saplo S.p.A. a Pomezia, l’azienda Agraria La Chiona di Spello (PG), Euromalto Srl ad Acquapendente (VT) e l’azienda Agricola La Vallescura Piozzano (PC). Le prime due sono anche le più grandi, in grado di trasformare più di 80.000 tonnellate di orzo in circa 65.000 tonnellate di malto. In Italia esiste anche il Consorzio Italiano di Produttori dell’Orzo e della Birra (COBI), al quale hanno aderito più di 90 aziende agricole produttrici d’orzo o di birra. Il COBI si è proposto di sostenere e di incoraggiare questo settore in crescita e di tutelare sia gli agricoltori sia i consumatori.

Il consorzio gestisce una delle più importanti malterie nel nostro paese, che fornisce il malto destinato esclusivamente alla produzione di birra artigianale. Se consideriamo che circa il 66% del malto usato per produrre birra in Italia proviene dall’estero, diventa evidente il potenziale mercato a disposizione delle malterie presenti sul territorio. Il lavoro all’interno di queste aziende dimostra ampiamente la qualità del made in Italy e tiene alto il nome della birra artigianale italiana. A queste si aggiungono le micromalterie, quelle realtà imprenditoriali di piccole dimensioni che contribuiscono con il loro lavoro alla produzione di birra artigianale. Alcune di queste riescono a inserirsi perfettamente nella filiera di produzione della birra agricola.

L’apertura di malterie in Italia, un modo saggio per superare la difficile situazione economica

Il mercato della produzione di birra nel nostro paese è uno dei pochi settori in crescita e questo è molto incoraggiante. Per il piccolo imprenditore che produce birra è molto più facile rapportarsi con una micromalteria ubicata nella sua zona o, addirittura, produrre se stesso il malto, invece di rivolgersi a dei colossi come la Saplo o l’Agroalimentare Sud. Con l’aiuto delle nuove normative, aprire una malteria è diventato più facile. Bisogna comunque avere una buona cultura birraria, solide conoscenze di microbiologia, agraria, meteorologia e usare un laboratorio chimico attrezzato in modo adeguato.

Si possono chiedere indicazioni dettagliate ai coltivatori dei cereali e cercare la collaborazione di un microbirrificio, meglio se nelle vicinanze. Con molto lavoro e un’attenzione speciale a tutti i piccoli dettagli, il successo non tarderà ad arrivare in fretta.