Riconoscere la qualità alimentare: perché spendere di più?

Riconoscere la qualità alimentare: perché spendere di più per quello che mangiamo?

Marmellate, Olio e Vino tre alimenti che ritroviamo in una tavola all’italiana, ecco perché riconoscere la qualità alimentare è importante.

Riconoscere la qualità alimentare ecco la marmellata - Enjoy food wine magazine

Ecco un’affermazione che in tempo di crisi economica vi farà strabuzzare gli occhi: spendete!

Sì, perché lo scopo di questo articolo è proprio quello di dimostrare che nel campo enogastronomico è necessario fare le scelte giuste che spesso comportano una spesa superiore a quella dei prodotti offerti dalla grande distribuzione.

Perché quindi spendere di più per un prodotto artigianale quando posso avere lo stesso prodotto anche a livello industriale e ad un costo minore?

La risposta è semplice, il prezzo del cibo industriale lo si paga anche con la salute. Riconoscere la qualità alimentare è fondamentale.

Nel mondo occidentale e nei paesi in via di sviluppo si stanno registrando sempre più spesso le cosiddette “malattie del benessere”: obesità, ipertensione, problemi cardiovascolari, diabete sono solo alcuni dei problemi legati al moderno stile di vita ma, soprattutto, alle scelte alimentari.

Pensiamo ora all’esperienza che proviamo ogni volta che mettiamo piede in uno dei tanti grandi supermercati. Colori accattivanti, foto allegre di uomini e donne che sorridono, frasi ad effetto che millantano qualità benefiche dei prodotti in vendita: tutto questo fa parte dell’astuto confezionamento dei prodotti.

Come si spiega allora che questi prodotti che dovrebbero essere di qualità, oltre che belli sono anche economici?

Semplice, la risposta si trova nell’etichetta che spiega in modo molto chiaro a chi la sa leggere che il prodotto in effetti non è di qualità.

 

Facciamo un rapido confronto a livello industriale e artigianale sul contenuto di un prodotto che si trova più spesso sulla nostra tavola: la marmellata.

 

Riconoscere la qualità alimentare: La marmellata industriale.

Analizzando le confetture extra (che per legge non possono contenere meno di 45% di frutta) troviamo:

    • Prezzo: 6 – 8 €/kg
    • Frutta utilizzata per 100g di prodotto dai 45g ai 60g
    • Zucchero sopra i 60g per 100 prodotto
    • Sciroppo di glucosio
    • Pectina
    • Acido citrico
    • Acido ascorbico (conservante)
    • Talvolta coloranti
    • Provenienza della frutta ignota (quasi sicuramente dove costa meno)

 

Confettura artigianale.

    • Prezzo: 14 – 18 € /kg
    • Frutta utilizzata per 100g di prodotto dai 90g ai 140g
    • Zucchero sui 50g per 100 di prodotto (dipende dal frutto)
    • Correttore di acidità: limone
    • Provenienza frutta: locale

Non serve un esperto per poter capire la differenza qualitativa tra i due prodotti.

Vi abbiamo convinti a spendere un po’ di più?

Se non siete ancora convinti, proviamo ora ad analizzare uno dei prodotti che ci sta più a cuore: l’olio d’oliva.

 

Riconoscere la qualità alimentare: L’olio industriale.

Riconoscere la qualità alimentare italiana olive da spremere - Enjoy food wine magazine

    • PREZZO: 3 – 6 €/litro
    • PROVENIENZA: non solo italiana. Spesso infatti si trova scritto “miscela di oli d’oliva comunitari” per i prodotti provenienti da paesi dell’unione europea o “miscele di oli d’oliva non comunitari” quando la materia arriva da paesi come la Tunisia o il Marocco.
    • MATERIA PRIMA: spesso vengono utilizzati ulivi ad alto rendimento che offrono una qualità minore e anche una non corretta pulizia delle olive. Altre volte per aumentare la materia prima si usano anche le olive raccolte direttamente da terra che naturalmente comprometto la qualità del prodotto finale.

 

Da una recente indagine dell’A.R.P.A.M. (Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche) è emerso che in circa 4 su 10 bottiglie di olio extravergine acquistate in supermercato si è riscontrata la presenza di alcuni pesticidi e tra questi figura addirittura il Dicofol, un derivato del Ddt.

Come se questo non bastasse, molto spesso il prodotto da supermercato viene trattato in modo da eliminare i cattivi odori (olio deodorato) per mascherare la pessima qualità delle materie prime.

Un altro dato importante che ci può far riflettere su cosa stiamo mettendo sul carrello è che l’Italia è il primo importatore a livello mondiale di olio d’oliva, ma allo stesso tempo, è anche il secondo produttore mondiale di olio di oliva dopo la Spagna, secondo i dati Coldiretti. Il nostro paese esporta 345 milioni di litri di olio d’oliva (secondo i dati del 2013) e ne importa 445 milioni di litri.

Una domanda sorge spontanea, dove finisce l’olio che importiamo?

 

L’olio di qualità (extra vergine di oliva).

    • PREZZO: 12 – 15 €/litro
    • PROVENIENZA: italiana
    • MATERIA PRIMA: materie prime di qualità e processi di lavorazione che tengono in considerazione il grado di maturazione delle olive, il sistema di raccolta, il tempo che intercorre tra raccolta e lavorazione (al massimo 48 ore), la metodologia di stoccaggio delle olive nell’olivaio, il sistema di frangitura, la filtrazione, il sistema di conservazione e di confezionamento del prodotto finale.

 

Nel caso di olio di qualità la produzione avverrà tramite spremitura meccanica, senza uso di solventi chimici e senza particolari passaggi intermedi o lunghi tempi di attese.

Per gli oli di qualità, viene usata anche la spremitura a freddo. Si tratta di una spremitura meccanica, definita da parametri europei, che non prevede l’innalzamento della temperatura delle olive durante la produzione. In questo modo si avrà un calo della produzione in termini quantitativi, ma un notevole incremento della qualità dell’olio.

 

 Vino Italiano.

Riconoscere la qualità alimentare: Piramide delle DOC dei Vini - EFW

Concludiamo ora con un prodotto di grandissimo interesse: il vino italiano.

Per il vino non è possibile fare un mero confronto fra grande produttore industriale ed un medio piccolo produttore. Infatti come possono esserci grandi produttori che lavorano molto bene ed hanno prodotti di qualità, possono esserci anche medio-piccoli produttori che, per errore umano, cantina priva delle ultime tecnologie, pochi controlli analitici, poco personale, hanno vini scadenti.

 

Riconoscere la qualità alimentare, ecco quindi cosa considerare nella scelta del vino.

  • PREZZO: non spendere meno di 4 € a bottiglia

 

Ecco un esempio:

Una bottiglia di Chianti Classico Docg ha un costo di produzione medio di euro 5,0 con un minimo di 3,8 e un massimo di 10 euro. Se a quei 3,8 aggiungiamo il costo della capsula, del tappo, dell’etichetta, della bottiglia, il guadagno della cantina, il rincaro del rappresentante, si vola direttamente a un minimo di 7/8.

Cosa contengono quindi le bottiglie di Chianti vendute al supermercato a 2,50 €?

  • PROVENIENZA: affidarsi ai consigli di esperti, ma soprattutto conoscere la cantina e la provenienza delle materie prime.

 

Come fare per conoscere le cantine?

Semplicissimo, visitarle di persona dove possibile e poi continuare a seguire il nostro blog dove trovate tutte le informazioni per scegliere il prodotto più adatto a voi.

 

Nicola Borghetto

Isa B

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