Che cos’è il sovescio?

Il sovescio per una coltivazione più sostenibile

La tecnica del sovescio è una pratica che consiste nella semina, coltivazione e conseguente interramento di una o più specie erbacee e famiglie botaniche tra un filare e l’altro, ma più generalmente tra una coltivazione e l’altra. Più specie di sono maggiore è la biodiversità!
Questa tecnica ha origini antichissime ma è stata abbandonata per lungo tempo a favore di concimi chimici. Quando ci si è resi conto che queste tecniche impoverivano il terreno senza rinnovare le sostanze nutritive, si è deciso di rinnovarlo e applicarlo nuovamente per la coltivazione della vite, in particolare si addice molto alla coltivazione biologica poiché ha un impatto ambientale minore e non dipende da sostanze chimiche.
La tecnica del sovescio è fondamentale quindi per la fertilità del suolo e la tutela dell’ambiente grazie all’apporto di sostanze organiche e altri elementi nutritivi contenuti nelle sementi che fanno parte del sovescio.

I vantaggi del sovescio nella coltura della vite

la-tecnica-del-sovescio

  • Azione nutrizionale: il sovescio arricchisce il terreno di sostanze preziose per il suo nutrimento e la fertilità, per esempio un sovescio di leguminose arricchisce il terreno di azoto che influisce sulla qualità delle uve bianche;
  • Protezione del suolo: se il sovescio coincide con i mesi più piovosi, ha la capacità di contenere l’erosione di suolo fertile e il ruscellamento nei terreni scoscesi;
  • Protezione della falda idrica: alcune sementi come le graminacee sono considerate colture trappola, capaci quindi di trattenere i nitrati che andrebbero a contaminare la falda acquifera;
  • Controllo delle erbe infestanti: alcune sementi scelte per il sovescio, come il genere Salvia Spp, impediscono la crescita di altre erbe infestanti;
  • Rifugio per insetti utili: il sovescio può diventare luogo di rifugio per molti insetti creando un’utile diversificazione della micro-organismi circostanti.

La scelta delle specie erbacee per il sovescio

la-tecnica-del-sovescio

La semina del sovescio, che può essere sia autunnale che primaverile, è un momento molto importante perché è stabilita in funzione degli obiettivi prescelti. Si sceglieranno comunque essenze che crescano facilmente e diano la massima resa nel periodo che va dalla semina all’interramento.
Le graminacee come avena, orzo e segale sono molto redditizie perché possono coprire grandi estensioni rimanendo sempre in superficie e quindi permettendo una certa areazione del terreno. Vanno più in profondità invece le leguminose (trifoglio, lupinella, favino) e sono quindi in grado di trasportare in superficie gli elementi del sottosuolo. Come anche le crucifere (colza, brassica spp, ravizzone) che possono essere scelte quando vogliamo migliorare i terreni più sabbiosi o per rendere più leggeri dei terreni argillosi. Si presta bene allo scopo anche il grano saraceno che cresce molto velocemente e impedisce alle erbe infestanti di crescere, o la facelia che anche se dura solo 9 settimane, ha dei fiori blu-viola che attirano le api.

E dopo la semina?

Dopo la semina ci sono diverse soluzioni per sfruttare le erbe che sono cresciute naturalmente tra i nostri filari. Si usa falciare la biomassa quando si vuole avere materiale per la pacciamatura del suolo che conserva il terreno fresco e diminuisce la perdita di acqua per evaporazione. Altrimenti con la trinciatura lo scopo è di interrare e incorporare la massa con il terreno per miscelare nel migliore dei modi le sostanze minerali contenute.

Inoltre è possibile rendere il rilascio dei nutrienti del sovescio in modo più o meno rapido basandosi sulla fioritura delle erbe: per una veloce cessione dei nutrienti è preferibile interrompere il sovescio in prefioritura, mentre se vogliamo una cessione più graduale si aspetterà la post-fioritura, in questo momento infatti aumenta la fibra nei tessuti vegetali.

News correlate

Gli articoli correlati: