Alla scoperta dei vini rosati

Sfatiamo l’antipatico mito: i vini rosati non sono di secondo grado e tanto meno non sono ottenuti dalla miscelazione di vino bianco e vino rosso. Niente di più sbagliato pensare che il colore dalle delicate sfumature rosè si ottenga in questo modo, i vini rosati hanno una loro particolare tecnica di lavorazione e nascono con la precisa idea di conferirgli il colore rosato.

Spumanti o fermi che siano, i rosati, da tempo sottovalutati, stanno tornando alla ribalta godendo ultimamente di un riscoperto apprezzamento nei loro confronti.

Dal Montepulciano d’ Abruzzo Cerasuolo al Chiaretto del Garda veneto, i rosati celano piacevoli sorprese per le papille gustative e sono vini perfetti da abbinare a piatti delicati e saporiti.

Come si produce il Vino rosato?

La grande famiglia dei rosati racchiude in realtà vini prodotti con tecniche differenti, due vini rosati quindi possono aver avuto due modalità differenti di lavorazione se pur il risultato appare visivamente e dal punto di vista organolettico simili.

Una cosa in comune ce l’hanno tutti: i rosati sono ottenuti da uve rosse; unica eccezione la fanno alcuni spumanti la cui cuvèe di partenza vede una miscela di uvaggi bianchi e rossi.

Come avviene la produzione dei vini dal colore rosè? Si inizia con fasi di lavorazione proprie dei vini rossi per finire invece con la lavorazione tipica dei bianchi. La principale differenza tra i due vini è data dalla macerazione delle uve: i vini rossi, al contrario dei bianche, subiscono una lunga macerazione della polpa dell’acino insieme alle bucce, responsabili del colore conferito al vino. Oltre al colore le bucce rilasciano anche tannini, aromi e polifenoli antiossidanti, assenti nei vini bianchi.

Come si ottiene il colore rosato?

Il mosto viene lasciato macerare con le bucce per un tempo variabile tra poche ore fino ad un massimo di due giorni; in questo modo il liquido assume un colore dalle sfumature rosa e si continua poi, una volta separato il mosto dalle bucce, con il processo di lavorazione tipico dei vini bianchi.

Macerazione dei vini rosati

Ad essere precisi però la macerazione può essere svolta in diverse tipologie e tempistiche, ognuna delle quali dà vita ad un tipo di vino rosato diverso, denominato proprio in base alle tecniche di macerazione scelte. I vini si suddividono tra:

• Vin gris (vino grigio): dal colore rosa tenue, questi vini sono ottenuti da uve a bassa capacità colorante. Il leggero colore che li distingue è rilasciato durante la pigiatura ma non si effettua la macerazione del mosto nelle bucce.
• Blush wines: tecnica simile ai vin gris, questi rosati dal colore leggero sono tipici degli Stati Uniti, vinificati in bianco ottengono il colorito durante la pigiatura.
• Vini di una notte: quando il tempo di macerazione del mosto nelle bucce dura tra le 6 e le 12 ore
• Vini di un giorno: quando la durata della macerazione si aggira sulle 24 ore.
• Saignée: durante la macerazione di uve rosse si preleva del mosto che viene vinificato in bianco.

Dopo la macerazione il processo di vinificazione continua come per i normali vini bianchi. Si procede quindi con la fermentazione e una volta giunto a maturazione il vino viene lasciato riposare in contenitori e vasche di acciaio. Dopo essere stati stabilizzati e filtrati vengono imbottigliati e sono pronti al commercio.

Abbinamenti perfetti per i vini rosati

Simili ai vini rossi per aspetto in realtà al gusto si comportano più come i bianchi. Le caratteristiche organolettiche consistono in un profumo fruttato, di frutta rossa, e floreale che ricorda la viola e i fiori colorati primaverili. In bocca sono freschi e bilanciati, senza la forte personalità e il gusto marcato dei rossi.

Gli abbinamenti perfetti annoverano quindi piatti non troppo grassi o saporiti ma preparazioni semplici, tendenti al dolce e al sapido e con una grassezza media; un buon vino rosato è ottimo con primi piatti di verdure, antipasti di mare, carni bianche, salmone e dessert con frutta e panna o torte alla crema.