Vinitaly 2015 tra Veneto e Friuli Venezia Giulia

Continua il nostro tour a Vinitaly 2015; dopo la piacevole partenza con il Prosecco della Marca trevigiana, l’ultimo giorno della manifestazione fieristica ci ha visti sorseggiare ottimi vini del nord-est. Tra gli stand del Veneto e Friuli Venezia Giulia, che ci hanno permesso di ripararci dalla forte pioggia, abbiamo scoperto per voi piacevoli sorprese.

Colli Euganei, Lessinia e Valpolicella…le eccellenze venete

Iniziamo il nostro tour dalle verdeggianti colline di origine vulcanica dei Colli Euganei, primo Parco Regionale del Veneto inaugurato nel 1989, che racchiude la famosa DOC omonima, presente a Vinitaly con il suo Consorzio di Tutela.

3,2,1…si parte con Serpino e Fior d’Arancio

Tra le aziende presenti testiamo Cà Bianca: tra i vini in degustazione il Serprino Millesimato, da uve serprino, vitigno a bacca bianca riconducibile alla famiglia del glera, un vino bianco frizzante dal carattere allegro. Dopo una vendemmia tardiva, la vinificazione avviene in bianco con macerazione di 15 giorni per poi fermentare in autoclave. Un piacevole profumo di mela golden, pera e fiori freschi, che in bocca si sprigionano in una buonissima freschezza, lo rende un vino beverino grazie anche alla sua bassa alcolicità.

serpinio

Non può mancare poi il Fior d’Arancio, da moscato giallo in purezza, fiore all’occhiello dei Colli Euganei. Il fior d’arancio che gli dà il nome si ritrova sia al naso che al gusto, che risultano molto corrispondenti tra loro. Un colore brillante e un tripudio di sapori tra agrumi, pesca e fiori d’arancio che si abbinano perfettamente con una crostata di frutta.

fior d'arancio

 

Durello e Rosè dalla Lessinia

Dai Colli Euganei ci spostiamo ai Monti Lessini, altro Parco naturale Regionale, dove incontriamo Sandro de Bruno col suo Durello Metodo Classico. Da uvaggio prevalentemente durella con aggiunta di pinot bianco fermentato in botti di rovere, regala al naso un’ottima finezza e complessità con sentori fruttati, roccia bagnata e lieviti, una bollicina persistente che evolve in una piacevole cremosità al palato, ottima acidità e mineralità. Adatto a tutto pasto, i produttori lo consigliano con il baccalà alla vicentina.

Medaglia d’oro al Challenge Millesime Bio 2015, Evento Rosè Spumante Extra Dry di Savian, azienda biologica del veneziano, ha decisamente una marcia in più: metodo Charmat da merlot in purezza con un profumo delicato, complesso e piacevole, dove spiccano la fragolina di bosco e il mallo di noce. In bocca freschezza e residuo zuccherino si compensano in una grande armonia di persistenza e intensità. Perfetto abbinato con un crudo di crostacei da assaporare in un tipico bacaro veneziano.
F9web
Non da meno, il pluripremiato Pieve Vecchia, annata 2011, dell’Azienda Agricola Fasoli Gino; vino ottenuto da uve garganega raccolte in tre maturazioni diverse: prematura, matura e tardiva. Al primo sguardo colpisce il colore giallo dorato brillante e la sua consistenza nel calice; al naso frutta bianca matura e caramella, in bocca calore, grande struttura avvolgente, buona acidità e retrogusto ammandorlato. Pregevole l’uso del legno che dona personalità e grande versatilità di abbinamento: dai gamberi lardellati al risotto con gli asparagi selvatici.
pieve vecchia

 

Tappa successiva: l’imperdibile Valpolicella!

Non possiamo che dedicarci all’intramontabile fama dell’Amarone. Iniziamo degustando l’Amarone Classico Vigneti di Ravazzol 2010 della cantina Cà la Bionda, dolce nettare dal colore rosso rubino molto intenso con riflessi granati e profumi dei quali si apprezza la complessità: ciliegia sotto spirito, marasca, frutti rossi, speziatura di cannella, ginepro e tabacco. Al gusto il calore tipico del gioiello veronese con grande persistenza, lunghezza e tannini decisi ma delicati. Gradevole con beccacce allo spiedo e patate arrosto.

Impossibile non citare anche il Recioto Le Tordare 2011, sempre da uve corvina, corvinone e rondinella, un ottimo vino da meditazione che ben si sposa in particolare col cacao. Dopo aver lasciato i grappoli ad appassire nelle “arelle” viene vinificato in acciaio con macerazione di circa 20 giorni; questi passaggi, volti ad aumentare il residuo zuccherino e la struttura, donano sentori di uva sultanina, frutta matura e canditi. Avvincente in bocca per la sua buona freschezza, nonostante la natura dolce, questo vino è completato da consistenza ed equilibrio.

recioto

Qualche chilometro più in là, a Fumane in Valpolicella, troviamo Le Bertarole azienda fondata e gestita da Giordano Venturini e i due figli. Tutti i loro vini meriterebbero una menzione ma per voi ne abbiamo selezionati tre. Partiamo con il Valpolicella Ripasso 2012, un naso sorprendentemente variegato di frutta rossa matura, lampone, prugna e ciliegia che già comincia ad evolvere in sentori terziari e speziati come il pepe nero. Avvolgenza, buona acidità e persistenza aromatica lo rendono un abbinamento ideale per il tipico “arrosto de osei” veneto.

Interessanti le differenze tra i suoi due Amarone: Podere Cariano e Podere Le Marognole. Le due vigne sono site rispettivamente a 190 e 300 metri: l’ambiente pedoclimatico e la diversa tipologia di terreno influiscono sulle caratteristiche differenti dei due vini. Entrambi annata 2010 affrontano un affinamento in botte di più passaggi, accurato e ben studiato, che termina con un anno in bottiglia. Podere Cariano ha un naso diverso dai comuni Amarone, più volto a note erbacee e speziate mentre Podere Le Marognole è più complesso e va dalla grafite, alla liquirizia, fino ai licheni con un carattere gustativo particolarmente caldo e rotondo, un tannino ben gestito e una struttura importante.
Se il primo è perfetto con un formaggio di fossa, il secondo si abbina meglio con un brasato di manzo.

Amarone

Un assaggio di Friuli Venezia Giulia…

Il Friuli Venezia Giulia ci accoglie con numerosi stand: tantissimi piccoli produttori affianco ai più grandi e famosi, tra cui non è passata inosservata l’azienda Bastianich, assediata per tutto il Vinitaly soprattutto in presenza di Joe, famosissimo giudice di Masterchef Usa e Italia.

Le delizie friulane del Ronco dei Gelsi

Tra le varie aziende agricole spicca, per quantità e qualità dei prodotti, Ronco del Gelso. In degustazione tutta la gamma dei loro vini, tra i bianchi assaggiamo per primo Toc Bas 2013, friuliano 100%, un brillante giallo verdolino che sostiene consistentemente il calice. Il profumo è sostenuto da un anno in botte grande dove il vino ha acquisito intensità: fiori bianchi e agrumi a cui si aggiungono predominanti nocciola e mandorla. Il gusto è caldo e avvolgente con un piacevole finale amarognolo che può accompagnare bene i gusti più svariati: dai prosciutti della Val d’Isonzo ai primi piatti di pasta o riso con verdure o crostacei.

La punta di diamante dell’azienda è un pinot grigio: Sot Lis Rivis, dall’omonima località che ospita i vigneti. Proviamo l’annata 2013, tra i cento migliori vini del mondo, ed è subito amore. Grandissima corrispondenza gusto-olfattiva e originalità al naso, dagli agrumi ai fiori bianchi uniti a un fruttato molto fine, che si ritrova al gusto. Acidità e sapidità si bilanciano e si armonizzano mentre l’alta gradazione alcolica non stona affatto e abbraccia caldamente ogni aspetto di questo vino. Grazie all’elevata qualità gli abbinamenti possibili sono molteplici e di classe…spettacolare con una tartare di gamberi rossi di Mazara marinati all’arancia.
Sot lis rivis
A Ronco del Gelso i rossi non sono da meno, ma vogliamo concludere i nostri assaggi in dolcezza e vi presentiamo Aur 2011: vinificazione in bianco di uva traminer passita con successivo affinamento di un anno in piccole botti di rovere. Il colore richiama sicuramente il nome: un brillante oro molto invitante.
Il calice esprime una ricerca accurata che contraddistingue questo vino con profumi definiti e fini: canditi, passiflora e sentori eterei che trovano buona corrispondenza in un palato caldo e avvolgente, per niente banale e molto piacevole.

Non è facile scrivere un articolo sul Vinitaly, troppi profumi, sapori e colori da descrivere, tantissimi produttori validi. Con piacere ho constatato che moltissimi giovani si sono avvicinati al mondo del vino, è molto importante il connubio esperienza e innovazione soprattutto in un paese, come il nostro, dove il settore enogastronomico ha un’importanza e una qualità tra le migliori al mondo. Mi è piaciuto molto scoprire ed apprezzare, quasi casualmente, piccole cantine e piccole aziende agricole che timidamente si sono presentate tra gli stand enormi dei pilastri del vino italiano, donando un surplus insostituibile. Molto interessanti le aree Vivit e bio.
L’unico consiglio, per il prossimo anno, è quello di dedicare un giorno agli appassionati ed amatori del vino che vogliono assaggiare e divertirsi, e gli altri ai tanti operatori del settore che durante la fiera vorrebbero poter dialogare e confrontarsi, con calma, coi produttori.

Arrivederci al prossimo Vinitaly!

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