Vino fatto in casa

Vino fatto in casa, ecco come si fa!

Fare in casa il vostro miglior vino è un’operazione semplice che dà grande soddisfazione. Si accompagna solo la natura a compiere il miracolo della trasformazione dell’uva nel prezioso nettare degli Dei, così come accade da migliaia di anni in tutto il mondo.

È necessario un ambiente adeguato, con una buona aerazione, pulito, privo di odori sgradevoli e senza fonti di vibrazione ed alcune semplici attrezzature ma soprattutto occorre l’uva, meglio se di buona qualità, non bagnata né troppo calda da riversare prima possibile nel contenitore dove avverrà la pigiatura.

Si consideri che da circa un quintale d’uva si ottengono circa 70 litri di vino disponendo di un torchio altrimenti le quantità diminuiscono.

La pigiatura dell’uva


La pigiatura dell’uva ha tutto un suo fascino particolare, che riesce a suggestionare ricordi d’altri tempi quando si faceva a piedi nudi in grandi contenitori di legno con pianali forellati in un’atmosfera di grande festa che dava a tutti, grandi e piccini, un grande senso di libertà.

Appena raccolta, l’uva, che non deve essere lavata anche per non perdere la parte alcoolica presente sulla buccia degli acini e necessaria per la fermentazione, viene disposta nel torchio, il più tradizionale sistema di spremitura che può essere manuale o di tipo pneumatico. Dalla spremitura dell’uva si ottiene il mosto.

Per evitare un eccessivo aumento di acidità e quindi per eliminare qualsiasi cessione di sostanze spiacevoli nel vino, si devono rimuovere manualmente o utilizzando apposite macchine i raspi dell’uva separandoli dalla polpa e dalle bucce.

Queste, più vengono mantenute a contatto con il mosto e più ne conferiscono colore, profumi e preziosi tannini. Rispettando le dosi riportate sulle confezioni, al succo d’uva si aggiungono alcune sostanze particolari come il metabisolfito di potassio (disponibile in farmacia o in negozi specializzati per prodotti d’agricoltura) che aiuta a prevenire lo sviluppo di microrganismi dannosi salvaguardando le caratteristiche cromatiche ed i profumi.

La fermentazione del mosto per il vino fatto in casa

Dopo la spremitura dell’uva si versa il mosto in appositi contenitori con l’accortezza di riempirne solo i ¾ del loro volume. In questi recipienti avviene il miracolo divino della fermentazione durante la quale i lieviti trasformano gli zuccheri (glucosio e fruttosio) in alcool, anidride carbonica ed altre sostanze.

È la fase più delicata nel fare in casa il vostro miglior vino. Infatti, in questo particolare viaggio, che inizia entro le prime 5 ore dalla spremitura dell’uva, il succo si trasforma in vino ed è proprio durante la fermentazione che vengono rivelate tutte le sue qualità e le sue caratteristiche organolettiche.

Perciò, durante questa fase, non si deve coprire il contenitore consentendo una normale aerazione degli ambienti che evitino ristagni eccessivi di anidride carbonica e stabilizzando la temperatura intorno ai 23°C. La durata della fermentazione influenza direttamente la gradazione finale del vino.

Tempi brevissimi, 2 giorni al massimo, danno un vino rosato molto gradevole, tempi di 4-5 giorni danno un vino un po’ più corposo ma ancora con una bassa gradazione alcoolica mentre tempi più lunghi di fermentazione, fino a 20 giorni, danno caratteristiche alcooliche più elevate con livelli di consistenza maggiori.

In tal caso, per avere un buon risultato finale, è necessario rimescolare le bucce che si raccolgono sulla superficie del contenitore almeno 2 volte al giorno evitando, in tal modo, sgradevoli effetti dovuti all’ossidazione delle bucce. La maggiore aerazione così ottenuta, moltiplica i lieviti e contribuisce alla colorazione più intensa del vino.

La gradazione alcoolica, che può essere controllata con appositi misuratori chiamati densimetri, può essere incrementata con l’aggiunta di zucchero nella misura di circa 1,75 kg al quintale per l’aumento di un singolo grado.

La svinatura del vino

La fase successiva è la svinatura. Si tolgono le vinacce dal contenitore che vengono spremute a parte nel torchio e per il vino prodotto inizia il processo della chiarificazione con deposizione sul fondo della feccia, una combinazione contenente sali di potassio e di calcio dell’acido tartarico.

E’ necessario effettuare almeno 3 travasi del vino sciacquando, di volta in volta, i contenitori dopodichè il vino fatto in casa è pronto per la conservazione nelle damigiane ed il successivo imbottigliamento. Sembrerà il vostro miglior vino, il più buono che avrete mai bevuto!

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