Il Vino senza solfiti aggiunti

Il Vino senza solfiti aggiunti, particolarità e pregi

I solfiti, largamente impiegati nel settore dell’enologia moderna, altro non sono se non anidride solforosa aggiunta durante la lavorazione del vino per controllare lo stato ossidativo del mosto, per mantenere nei limiti il livello microbico, per enfatizzare il colore brillante della bevanda e per evitare le alterazioni delle proprietà organolettiche, il tutto con costi decisamente contenuti.

E’ noto che l’anidride solforosa, se assunta in grande quantità, può essere dannosa per la salute dell’uomo e proprio questo ha spinto, nel corso degli ultimi anni, sempre più viticoltori ad usare produzioni biologiche, a vinificare con percentuali ridotte di solfiti aggiunti e, in alcuni casi, addirittura senza l’impiego di anidride solforosa (SO2).

Il vino senza solfiti aggiunti, qualche dettaglio

Quando si parla di vino senza solfiti si commette un’imprecisione.

E’ più corretto, infatti, dire ‘solfiti aggiunti‘, riferendosi agli addittivi introdotti durante la produzione, tralasciando quelli eventualmente presenti nelle materie prime della terra.

In effetti, non esiste ancora oggi una normativa particolareggiata per questa tipologia “free form”, certo è che quanto riportato sull’etichetta oltre a dover essere veritiero e facilmente dimostrabile, deve sottostare al regolamento UE 1169/2011 (in vigore dalla vendemmia 2012) pena responsabilità civili, penali ed amministrative.

Per parlare di vino senza solfiti in senso assoluto, occorre che questi non siano stati impiegati nè nelle diverse fasi della vigna tantomeno nelle operazioni previste in cantina.

Quindi per essere certi di bere una bottiglia di vino senza solfiti bisogna scegliere con attenzione una cantina “green”, cioè aziende biologiche e biodinamiche che producono uve senza l’impiego di sostanze chimiche e senza l’aiuto della tecnologia, sfruttando al meglio le peculiarità delle piante e del territorio di appartenenza.

I vantaggi del vino senza solfiti aggiunti

E’ sempre più facile vedere pubblicità di aziende biotecnologiche o trovare locali che propongono vini dove i comuni solfiti sono stati sostituiti da coadiuvanti enologici non nocivi e di origine naturale.

Questi vini di nicchia e di nuova concezione sono prodotti destinati ad un consumatore particolarmente esigente ed attento alla propria salute.

In linea generale, i vini senza solfiti devono avere una concentrazione di questi additivi contenuta entro il limite di 10 mg per litro.
I vini senza solfiti, a differenza dei vini tradizionali, devono il successo del loro sapore e del loro aroma alla qualità dell’uva e alla proprietà intrinseche della terra di coltivazione.

L’anidride solforosa, inoltre, essendo potenzialmente dannosa per il tubo digerente e per le vie respiratorie può causare reazione allergiche anche severe in soggetti particolarmente sensibili, disturbi digestivi, alterazione del metabolismo degli zuccheri e il tipico mal di testa che si può verificare dopo l’assunzione di un determinato vino.

E’ giusto sapere che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha fissato una soglia massima giornaliera di solfiti, che può essere facilmente superata in quanto questa sostanza è ampiamente usata in campo alimentare per scopi di conservazione e per evitare l’ossidazione dei cibi (frutta secca, frutta disidratata, succhi di frutta, birra, cereali, salumi, insalate e macedonie preparate con anticipo rispetto al momento del consumo, ecc).

News correlate

Gli articoli correlati: