Vino sfuso

Per vino sfuso si intende vino non ancora imbottigliato e non sigillato ermeticamente con il tappo in sughero o plastica, che i produttori vendono in damigiane.

Vino sfuso e abitudini alimentari

Fino a metà degli anni ‘80 era diffusa in Italia la consuetudine di acquistare vino sfuso in damigiana presso la cantina di fiducia, per procedere, poi, all’imbottigliamento autonomamente in casa; tutto ciò ha subito una brusca inversione di rotta dal 1986, quando, l’arrivo del vino al metanolo, ha avviato un processo di modifica della domanda del vino, in direzione di bottiglie sempre più controllate e sigillate ermeticamente.

Inoltre, il cambiamento delle abitudini alimentari intercorse nell’ultimo ventennio, ha modificato radicalmente la percezione del concetto di vino: non più considerato prettamente come alimento, ma come un genere voluttuario sempre più sofisticato: valore aggiunto non più da bere ad ogni pasto, ma da sorseggiare ed apprezzare occasionalmente.

Dove acquistare il vino sfuso

Il riavvicinamento del consumatore al vino sfuso, è avvenuto soprattutto negli ultimi anni, in cui, a causa della crisi economica, i consumi alimentari si sono orientati verso il recupero delle tradizioni e dei prodotti a chilometro zero, controllati e di buona qualità.

Cantine e produttori

Il modo più affascinante per procurarsi il vino sfuso è certamente quello di andarlo a cercare dove nasce: nella cantina del produttore. Questa è un’occasione per scoprire che cosa si nasconde dietro ad un vino: il territorio di appartenenza ed il sistema di produzione utilizzato per produrlo.

Visitare le cantine significa entrare in contatto con l’essenza del vino; significa conoscere i luoghi e le storie di chi ha dedicato anni della sua vita, energie e passioni al vino.
Prima di partire per visitare una cantina vinicola, pertanto, è bene telefonare e annunciare il proprio arrivo per prenotare le degustazioni guidate, molto interessanti se si desidera essere seguiti da chi conosce il prodotto.

Imbottigliamento vino sfuso

Gli strumenti per procedere all’imbottigliamento del vino sfuso sono essenzialmente i seguenti:

  • gomma con sifone e serbatoio di aspirazione: da infilare nella damigiana
  • imbuto
  • bottiglie
  • tappi
  • macchina tappatrice

L’operazione di travaso necessita che oltre al vino, anche le bottiglie ed i tappi siano di ottima qualità.

Le migliori bottiglie sono quelle di vetro la cui scelta va fatta in base al vino che si deve travasare: bottiglie a vetro chiaro o trasparente per il vino bianco, a vetro scuro per il vino rosso e spumante.

La pulizia delle bottiglie è fondamentale; prima del loro riempimento vanno lavate con acqua fresca, a meno che non si tratti di bottiglie nuove.
Dopo il lavaggio è necessario riporle con l’imboccatura verso il basso in modo da scolare l’acqua residua all’interno.

Soltanto dopo la completa asciugatura è possibile procedere con l’imbottigliamento.

In questa fase è necessario avere tutti gli strumenti necessari a portata di mano; in particolar modo i tappi, in quanto la tappatura va fatta subito dopo aver riempito le bottiglie, per evitare il contatto diretto del vino con l’aria.

La tappatura si effettua con i tappi a corona o in plastica a fungo per i vini ordinari, per quanto riguarda, invece, i vini di maggior pregio, l’utilizzo dei tappi in sughero è preferibile per garantire una migliore conservazione del prodotto.

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