Le particelle in sospensione nel vino, cosa sono?

L’aspetto visivo e le particelle in sospensione nel vino

La prima operazione che tutti i sommelier fanno quando assaggiano un vino riguarda l’aspetto visivo. Si versa il vino in un bicchiere a calice, riempiendolo per circa 1/3 e si inizia considerando caratteristiche quali la trasparenza, la limpidezza, la fluidità, il colore e, nel caso di vini spumanti, l’effervescenza.

La trasparenza la si valuta guardando un oggetto, ad esempio la propria mano, attraverso il vino stesso. Guardando una fonte luminosa, ancora attraverso il bicchiere contenente il vino, si potrà valutare la sua limpidezza e la presenza di eventuali particelle in sospensione.
In generale, possiamo dire che, mentre una limitata trasparenza puo’ essere dovuta al colore molto scuro del vino, e quindi essere una caratteristica peculiare del vino stesso, in generale, la scarsa limpidezza causata dalle suddette particelle in sospensione è un difetto.

La classificazione dei gradi di limpidezza è generalmente affidata ad aggettivi che ne descrivono l’aspetto. Quando siamo in presenza del massimo della limpidezza, il vino è definito come brillante, seguono, in ordine decrescente, il vino cristallino e quindi il vino “limpido“. Se cominciano ad essere evidenti gli effetti delle particelle in sospensione, il vino è visto e definito come “velato” e, infine, “torbido“.
La presenza di particelle in sospensione non vuole necessariamente dire che il vino è adulterato, ma che ha subito insufficienti passaggi di filtrazione, chiarificazione o una conservazione non corretta una volta imbottigliato.

particelle in sospensione nel vino - EFW

La decantazione e la filtrazione

Durante il processo di fermentazione il vino è per sua natura torbido. I composti in sospensione (chiamati fecce) sono costituite dalle parti solide dei grappoli, dai tartrati(cristalli di acido tartarico) e dai lieviti necessari alla fermentazione. Questi elementi tendono a precipitare lentamente e a depositarsi sul fondo del contenitore. Possono quindi essere eliminati tramite travasi e filtrazione del vino, ma queste operazioni, se effettuate non perfettamente, possono lasciare dei residui dei composti di cui abbiamo parlato nel vino che stappiamo. Inoltre esistono particelle “colloidali “molto piu’ piccole, come i tannini e i polisaccaridi, che possono passare indenni da questi trattamenti.

Le tecniche enologiche che consentono una piu’ accurata eliminazione di questi elementi sono costituite dalla decantazione con raffreddamento e dalle operazioni di chiarificazione.
In quest’ultimo caso la precipitazione delle impurità è favorita da elementi che sono aggiunti al vino come l’albume (per i vini rossi) o la caseina (per i vini bianchi). Questi elementi tendono a far raggruppare i residui in “flocculi” che man mano si ingrandiscono e precipitano sul fondo. Grazie alle loro dimensioni, sono piu’ facilmente eliminabili dal vino prima dell’imbottigliamento tramite travasi e passaggi attraverso appositi filtri.

La stabilizzazione

Non è detto però che un vino perfettamente ripulito e imbottigliato non possa successivamente intorbidirsi e creare particelle in sospensione. Il vino, infatti, è un organismo vivo che, durante l’invecchiamento, è suscettibile di modificazioni, a meno che non sia perfettamente stabilizzato. Queste modificazioni possono portare alla formazione (di nuovo) di tartrati, in particolare di bitartrato di potassio, quando il vino imbottigliato è sottoposto a basse temperature. Questo puo’ avvenire anche in vini giovani.
vini invecchiati possono subire “rotture” degli elementi coloranti (casse o casses ossidasiche), con la formazione di polimeri di pigmenti (antociani) e tannini che danno luogo a una patina che rimane sul vetro interno della bottiglia (camicia) o/e depositi sul fondo. In questi vini è un fenomeno accettato e, in un certo senso, indice del fatto che il vino puo’ non aver subito trattamenti stabilizzanti (ma discutibili, per gli intenditori ed i puristi) come la pastorizzazione o l’aggiunta di solfiti.
Per questo è buona norma, nel caso di vini invecchiati, stappare la bottiglia un po’ prima dell’utilizzo e poi travasarla con cura in un decanter. Queste procedure, oltre all’ossigenazione del vino, fanno in modo che le particelle in sospensione rimangano sul fondo della bottiglia o del decanter.
Immagine Fonte: mikeshelby, flickr – bsabarnowl, flickr – candescent, flickr

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