Moro Formaggi, affinatori di gioie

Moro Formaggi, la storia

La storia di questa azienda inizia nel 1930 a Oderzo quando Luigi Moro, nonno dell’attuale titolare, aiutato dai figli, organizza un centro di raccolta del latte dalle stalle della zona, per vendere successivamente il latte sfuso alle famiglie, quale ingrediente primario nell’alimentazione povera del periodo.
Nel primo dopoguerra, l’azienda si specializza nella produzione di derivati del latte (formaggi) e apre un caseificio e un punto vendita a Oderzo.
All’inizio degli anni ottanta, per diversificarsi e soddisfare una clientela diventata sempre più esigente e sofisticata, l’attuale titolare Sergio Moro, recupera dal mondo rurale le vecchie tecniche di stagionatura e affinamento dei formaggi, una volta usate dai contadini e pastori per conservarli, invecchiarli e insaporirli.

Moro Formaggi, l’affinamento

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L’affinamento consiste nello stagionare i formaggi rigorosamente locali, nel rispetto della tipicità degli stessi, aggiungendo ingredienti aromatizzanti sulla crosta (vinaccia, fieno, cenere, erbe aromatiche ecc.) o sulla pasta stessa (tartufo, zafferano), al fine di conferirne un particolare aroma e una propria personalità.
In questo modo il ritorno alle vecchie tradizioni consegna al cliente attuale, formaggi di cui da tempo si erano persi sapori e profumi.

Moro Formaggi, all over the world

Con grande soddisfazione, i formaggi di Latteria Moro stanno facendo il giro del mondo ricevendo apprezzamenti dai buongustai di tutti i continenti. Attualmente i prodotti sono presenti negli Stati Uniti, Hong Kong, Francia, Austria, oltre che nei paesi europei.

Moro Formaggi, alcune specialità della casa

Sottocenere al Tartufo: il formaggio è prodotto con due diverse mungiture, quella mattutina e la serale, questo perché il latte della mungitura mattutina si presenta molto più ricco di panna e questo conferisce alla pasta una particolare morbidezza. Durante la lavorazione vengono lasciate cadere piccole schegge di tartufo che sono la principale caratteristica di questo formaggio. Viene poi fatto stagionare per circa 4/5 mesi sotto cenere bollita di faggio, metodo per preservarlo da muffe e parassiti.

Rosso d’Abbazia: il suo nome deriva dal nome del vino usato per l’affinamento.
Le forme di formaggio, vengono immesse in barrique, ricoperte, quando possibile (epoca vendemmia), nelle vinacce e successivamente nel vino. Il Rosso dell’Abazia, un uvaggio composto da cabernet sauvignon, cabernet franc e merlot per circa 30 giorni, per poi riposare su assi di legno per altri 2 mesi.

Fior d’Arancio: come il vino passito utilizzato. Sulle forme di formaggio, prima di essere immesse nelle barriques, vengono praticati dei fori affinché il vino penetri e successivamente le forme vengono ricoperte di vino FIOR D’ARANCIO DOCG (vino passito proveniente dai Colli Euganei noto per essere prodotto su terreno vulcanico) per circa 30 giorni, successivamente lasciate riposare in assi di legno per circa 1 mese.

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Oderzo
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