Ritorno alle origini con la birra naturale

Ritorno alle origini con la birra naturale

Birra naturale come la bevevano gli antichi.La birra naturale rappresenta un ritorno alle origini dell’antica arte della produzione di questo gustoso prodotto, universalmente, apprezzato. La birra naturale porta con sè tutta la pienezza del gusto e degli aromi.Birra naturale: una carica di aromi e sapori primitiviLe origini della birra risalgono agli Egizi, Babilonesi, Celti e Assiri. Sembra che la sperimentazione di questa bevanda sia nata, proprio, da civiltà agricole. Gli ingredienti di cui disponevano provenivano dalla terra in particolari i cereali. La prima forma di birra era leggera e accompagnava i pasti. Durante il Medioevo sulla falsa riga di ciò che si sapeva sulla birra si sperimentarono nuovi sistemi, arrivando ad ottenere un prodotto molto più complesso. I monaci trappisti producevano una birra naturale, molto più curata, nei conventi per il loro consumo personale. In epoche moderne e con l’avvento dell’industrializzazione sono stati affinati i macchinari arrivando ad ottenere un prodotto simile a quello di oggi.

birra naturale cereali - EFW

Alcune fasi di produzione della birra naturale

La produzione della birra parte dalla selezione dei cereali migliori. Orzo e frumento non sono gli unici elementi che vengono impiegati nella produzione della birra naturale, segale, farro, avena, ecc. sono tutti cereali utilizzati per la produzione di birra artigianale; a questi viene aggiunto il Luppolo che conferisce aroma. Esso deve essere della qualità migliore in quanto l’aroma è essenziale.
Il processo prevede la macerazione dei cereali in acqua al fine di far assorbire l’umidità necessaria. Il processo dura circa 50 ore. Il passaggio successivo è di porre i chicchi in condizione di germinare. La radichetta si sviluppa grazie all’umidità assorbita. Quando quest’ultima arriva al doppio della lunghezza del seme si può passare alla fase successiva. L’essiccazione permette di asciugare i cerali fino a quando non è possibile eseguire la torrefazione. Da questa fase dipende il colore della birra. Con 85°C si ottengono malti chiari. Raggiungendo i 200°C durante la torrefazione, allora, si ottengono malti scuri. Quindi, si passa, alla macinazione per ottenere la farina a cui verrà aggiunta l’acqua calda per avviare la fase dell’ammostamento.

Il mosto viene filtrato e cotto per favorirne la concentrazione. Una volta pronto si aggiungono i lieviti per una fermentazione tumultuosa al fine di far trasformare il glucosio in anidride carbonica ed alcol. Il lievito utilizzato deve essere naturale, ovvero non derivanti da lavorazioni chimiche. Il lievito residuo da altre lavorazioni artigianali della birra è l’ideale. Il tipico sentore di crosta di pane è dovuto proprio a questo.

Fase decisiva: imbottigliamento senza pastorizzazione

La fase successiva prevede una seconda rifermentazione in bottiglia. L’anidride carbonica continua a svilupparsi grazie agli zuccheri residui. Il lievito viene bloccato dall’anidride carbonica e si deposita sul fondo della bottiglia. Nel momento in cui la birra industriale viene imbottigliata, si aggiungono conservanti, come ad esempio l’acido L-ascorbico ed altri enzimi che hanno una funzione antiossidante. Questo permette di preservare la birra dagli sbalzi di temperatura e dal tempo. Commercialmente, è necessario nelle produzioni industriali. La produzione artigianale, ovviamente, non ha gli stessi volumi di quelli industriali. La birra naturale contiene ancora i lieviti e non viene filtrata. Verrà messa in bottiglia allo stato brado.

Sensazioni uniche dal sapore autentico

birra naturale luppolo - EFW

Le sensazione che si provano assaggiando la birra naturale rimangono impresse nella memoria. La birra naturale va degustata lentamente, senza fretta. Il palato deve essere solleticato dalla molteplicità di aromi che si sviluppano. Una volta assaggiata difficilmente se ne dimentica il sapore. Sapore che si sviluppa allo stato brado. Una birra, in un certo senso grezza che svela la sua intima essenza. Essa parla del lavoro meticoloso che c’è dietro e dell’amore che il mastro birraio ha messo nel produrla. Crosta di pane, sentori minerali e fruttati si sprigionano sorso dopo sorso.
Qualche volta all’orzo e al frumento, vengono aggiunti mais, riso, miglio. Questa è una tipica usanza orientale che permette di avere un prodotto ancora più complesso e dalle mille sfaccettature. L’uomo, dopo aver provato l’ebbrezza della modernizzazione, ha l’istinto di recuperare i suoi antichi sapori.